mercoledì 31 marzo 2010

dalla colonia (24) - un piccolo spiraglio, ma a bassa voce

Dopo l'infame carognata ai danni dei nostri bimbi pelosi, in spregio ai nostri enormi sforzi e a vantaggio della mia gastrite stagionale, sono passati tre giorni in cui, "solo" per l'amore infinito nei loro confronti e per un inspiegabile, congenito senso del dovere nei confronti della vita, ho continuato a prendermi cura, insieme all'infaticabile T., dei nostri sfortunati mici.Domenica 21 marzo: in una silenziosissima ed attonita primavera (giacché tutte le maledizioni erano volate a sufficienza il giorno prima), abbiamo sfamato i gatti come potevano, con ciotole e piatti di plastica, tanto per garantir loro il cibo quotidiano. Il giorno prima avevo comunque acquistato altri tre sottovasi rettangolari, in modo da poter fornire un supporto adeguato alle pappe dei gatti. Ne ho dati due a T. ed uno l'ho tenuto io.
Tanta amarezza nel cuore e tanto acido nello stomaco (mio); ma almeno
loro avevano mangiato.
T. mi dice che il giorno prima è passato un signore il quale, dispiaciutissimo ed amareggiato per l'infame furto, le ha promesso che costruirà una nuova casetta GRATIS, così i gatti avranno di nuovo la loro mangiatoia. E che se ce la porteranno via, ne farà un'altra.
Sono troppo demoralizzata per credere alle promesse di uno che neanche conosco: per cui mi limito a rispondere che quando vedrò, ci crederò.
Lunedì 22 marzo, per non farci mancar nulla, è pure piovuto, tant'è che sono arrivata in anticipo sulla nostra consueta "tabella di marcia" per evitare che i gatti, già privati dell'utilissima e preziosissima (PER NOI) casetta-mangiatoia, restassero senza cibo.
Le poche ciotole provvisorie che eravamo riuscite a posizionare i giorni precedenti

erano piene di terra e foglie, probabilmente qualcuno (
e voglio credere fosse solo un cane tra i tanti che passano purtroppo da quelle parti) aveva raspato il terreno, ricoprendo, purtroppo, gli unici contenitori utilizzabili per cibo ed acqua. Ho pulito come potevo, ho distribuito il cibo ai presenti (non tutti) e poi me ne sono andata, senza poter lasciare granché per gli assenti, visto che non c'era più un posto asciutto e pulito in cui depositare il cibo. T. è passata dopo di me, ha visto gli assenti ed è riuscita, in qualche modo, a dar da mangiare anche a loro.Martedì 23 marzo, nonostante lo sconforto, decido di distribuire tre appelli per l'adozione di Trilly, Briciolo e Cloudy; nel pomeriggio, poiché la mattina è comunque SEMPRE dedicata alla colonia, vado in due ambulatori veterinari, compreso quello del nostro consueto vet.Mercoledì 24 marzo, mentre stiamo sfamando come di consueto i nostri poveri bimbi, in una delle tante (troppe) auto che passano nella famigerata strada c'è il signore che aveva parlato di costruirci una nuova mangiatoia. Passa e saluta. Dopo pochi minuti torna indietro, il portabagagli dell'auto è semiaperto...

E
questo è il piccolo miracolo reso possibile grazie alla gentilezza e bontà d'animo di una persona sensibile che, "solo" perché ci aveva "viste tanto demoralizzate dopo il furto" s'è preso l'impegno di costruire un'altra casetta nel più breve tempo possibile.

Non è bella, nè grande come la precedente, ma è funzionale e, per noi, è TUTTO.
E loro si adeguano in fretta alla nuova sistemazione.
Casper ed Elena, che qui sembrano (ma siamo certe non lo siano) madre e figlia, approfittano del bel sole caldo per mangiare all'aperto (l'ombra in basso a destra è la mia...).
Insomma, un raggio di sole, in tutti i sensi, dopo tanta amarezza e pioggia e buio.
I giorni seguenti trascorrono fra momenti in cui i trattori (che arano ulteriormente il campo) terrorizzano ed infastidiscono i poveri mici, per cui cerchiamo di sfamarli, infilando sotto la rete un po' di cibo sull'erba (vedere foto sotto) e qualche giornata di sole in cui le cose sembrano filare abbastanza lisce.
Ma se qualcuno pensa che si possa tirare un sospiro di sollievo, si sbaglia.
Ieri ha ripreso a piovere e ieri sera c'è stato il primo temporale dell'anno.
T. mi ha riferito che, in un breve momento di tregua del diluvio, ha visto arrivare solo
Casper, ma degli altri nessuna traccia.
Inoltre ci sono
Elena, Giada e Felix gravide e ciò significa che, come minimo, ci sono altri 12 mici in arrivo, i quali chissà dove e come nasceranno, quale sarà il loro stato di salute e come sopravviveranno.
Per finire ieri
Giada aveva l'occhio sinistro che scolava; chiesto un parere al solito vet, stamattina abbiamo tentato, invano, di darle una pomata curativa. Invano, appunto.
Per fortuna, se così si può dire, l'occhio oggi sembrava migliorato e non resta che pregare perché la gatta stia bene. E con lei tutti gli altri.
Erano presenti tutti, compresa una ritardataria
Felix, tranne Camelia, che non vediamo da qualche giorno e per la quale cerchiamo di pensare abbia approfittato del cibo nella casetta quando noi non eravamo presenti.
Insomma, la situazione continua ad essere molto difficile e pesante.Basterebbe poco e le cose sarebbero un po' più semplici da gestire.
Poi, certo, ci vorrebbero tanti soldi, tanti davvero, per poter avere la tranquillità, quantomeno economica, di curare e sistemare
come vorremmo queste povere creature innocenti.
In compenso, invece, non mancano le manifestazioni d'insensibilità ed ignoranza profonda, come quella che abbiamo sentito stamattina, "donataci" da uno dei tanti passanti pieni di buon tempo (
eufemismo per dire che non ha un cazzo da fare) secondo il quale non è giusto che noi diamo da mangiare ai gatti poiché così turbiamo l'equilibrio naturale, giacché i gatti possono (uso la sua assurda parola) "progredire" lo stesso da soli come hanno fatto in tutti questi anni.
Per rispetto alla sua età avanzata ho evitato di fare polemica, giacché sarebbe stata del tutto inutile.
Ma a proposito di equilibrio e visto che una persona del genere non riveste alcuna utilità nel quadro generale in cui è inserita, gli ho silenziosamente augurato che la natura faccia presto il suo corso e ce lo tolga dalle palle, ché di gente così il mondo non ha certamente bisogno.
Di certo, non il mio.

sabato 20 marzo 2010

dalla colonia (23) - al peggio non c'è mai limite

Perché una spera che l'inverno sia finito e che, anche se ci saranno sicuramente altre difficoltà, almeno non ci sarà più gelo, né neve, né bora che spazza via tutto, anche le migliori intenzioni.
Perché non passa giorno in cui si possa stare tranquilli, in cui qualcosa finalmente vada bene e regali un po' di speranza e di fiducia che le cose, davvero, possano migliorare.
Queste sono le ultime foto felici della colonia, scattate il 6 marzo, una giornata di sole, in cui tutti i mici erano presenti e mangiavano tranquilli.










Dopo questa foto, una settimana di vento gelido e perfino la neve.
Briciolo, spostatosi a circa un chilometro dalla colonia dopo la zuffa con Eolo, è stato rintracciato e nutrito per qualche giorno.




Poi la settimana scorsa T. se l'è riportato a casa visto che aveva tosse e scolo oculare. Almeno anche lui è al caldo.
E nonostante tutto, abbiamo resistito, per loro.
E loro con noi.
Fino ad oggi: stamattina, dopo che la purtroppo necessaria aratura di questo campo ci aveva fatto temere il peggio,




l'amara, schifosa sorpresa: la casetta di legno non c'è più!





Qualche maledetto infame che non aveva di meglio da fare, aveva già cercato di portarla via qualche mese fa, ma era legata dal filo di ferro e l'unico danno, oltre ad un immeritato spavento dei poveri mici, era stato quello di farcela trovare inclinata e con tutti vassoi rovesciati fuori.
Per scongiurare che il furto riuscisse, avevo prontamente chiamato il signore che ce l'ha costruita perché venisse a mettere una bella catena ed un lucchetto.
Ma i bastardi infami si sono evidentemente attrezzati per bene, hanno spezzato la catena (che purtroppo non è indistruttibile) e questo è ciò che ne rimane.

Sono piena di rabbia, ancor più del solito.
Mi hanno sempre detto che non si augura il male perché torna indietro.
Non me ne frega niente: ho scagliato agli autori di tanta inutile malvagità le peggiori maledizioni che posso immaginare: e spero vivamente facciano effetto.
Chi si accanisce contro povere creature innocenti e povere volontarie, senza soldi ma piene di amore, merita il peggio, merita di morire tra stenti e sofferenze infinite, senza conforto, senza un bicchiere d'acqua, senza niente.
Nel vuoto e nel buio.
Come mi sento io, adesso.



lunedì 1 marzo 2010

dalla colonia (22) - in breve

Dopo la sterilizzazione di Cloudy e Casper (all'ASL), Briciolo e Trilly (dal vet), ecco com'è andata.
Sabato 21 febbraio Cloudy e Casper, passati i due giorni in gabbia per scongiurare pericoli di infezione (visto che non avevamo potuto portarli dal veterinario) sono stati liberati la mattina, nonostante una fastidiosa pioggerellina disturbasse (ovviamente!) le nostre manovre da gattare.
Quando li abbiamo riportati alla colonia, sono subito scappati in giardino, avevano certamente bisogno di sgranchirsi le zampe e di riprendersi la bella sensazione della libertà.
Noncuranti della pioggia, siamo riuscite a dar da mangiare a loro ed ai pochi presenti, dopodiché li abbiamo lasciati tranquilli.
Nel pomeriggio sono andata a trovare una simpatica famiglia che aveva proprio chiesto di adottare un gattino; purtroppo però si trattava di una situazione non adatta al sensibile carattere di Cloudy e così, dopo un momentaneo guizzo d'entusiasmo, sono tornata a casa con la consueta amarezza derivante dalla sorte dei nostri poveri bimbi.
A distanza di più d'una settimana, Cloudy e Casper stanno fortunatamente bene: quella per la quale temevo di più era Casper, visto che, come per ogni femmina, l'intervento di sterilizzazione è più invasivo di quello per i maschietti.
I due piccoli (per noi saranno sempre due cuccioli) mangiano e giocano di gusto: per Casper non credo si troverà una casa, visto che è sempre molto schiva e non si lascia ancora accarezzare; invece per Cloudy spero ci sia presto una buona oppportunità di farlo adottare.
Finito il giro alla colonia, sono tornata a casa, mi sono cambiata e sono andata dal vet a riprendere Trilly che, nel frattempo, era bella sveglia (essendo stata operata la sera prima), molto gnaulante e desiderosa di uscire dalla gabbietta.
Il viaggio di ritorno è stato meno burrascoso di quello del giorno prima e finalmente, arrivata a casa, la micia è stata contenta di ritrovare la sua cuccia ed il "suo" garage, dove l'ho lasciata tranquilla per tutto il giorno, dandole tempo e modo di riprendersi dallo spavento, dall'operazione e dai postumi dell'anestesia. La sera stessa stava molto meglio e le ho dato una bella cenetta.
Nei giorni successivi sembrava un po' più tranquilla, ma ben presto è tornata ad essere la solita gatta vivace e giocherellona: per fortuna ora gnaula solo quando ha fame, per il resto, durante il giorno, si diverte a devastare le scatole di cartone che ha a disposizione oppure a fare le nanne nella calda cuccia che le ho preparato fin dal primo giorno.
Anche per lei spero presto di trovare la famiglia giusta: mi sento in colpa a tenerla chiusa in garage, pur ricordandomi ogni giorno che, senza il mio intervento, essendo stata abbandonata il 26 dicembre, non avrebbe probabilmente visto l'anno nuovo, poiché sarebbe morta di fame o di malattia. O di entrambe, visto l'orrendo inverno che ci siamo portati appresso per mesi (e che ancora non è finito, come dimostra anche l'arietta gelida e la fastidiosa nebbia di stamattina).
Briciolo, sterilizzato dal vet lo scorso 18 febbraio e riportato a casa di T. il giorno stesso, è stato successivamente liberato la domenica 21, anche se T. si è sentita molto in colpa per averlo, a suo dire, abbandonato.
Inoltre, come da sua consueta e brutta abitudine, aggravata dalla recente (e non dimenticata) aggressione da parte di Eolo, Briciolo è sparito per due giorni, per farsi poi rivedere solo martedì mattina, quando ormai pensavamo d'averlo perso.
E così anche nei giorni successivi: non è sempre presente, il che ci getta spesso nello sconforto, soprattutto T. che a lui (come lo era a Briciola e a Toti) è molto affezionata, avendolo visto crescere.
E anche stamattina, terminate le consuete mansioni di "cat...ering" e dopo che, finito il pasto, tutti i presenti erano tornati alle loro "occupazioni", stavo tornando lentamente a casa quando, a lato di una delle stradine normalmente percorse, ho intravisto un gatto che mi sembrava Briciolo.
Mi sono fermata fuori della carreggiata, ho azionato le "quattro frecce" e sono scesa, chiamandolo. Era LUI!

Mi è venuto incontro, ha fatto una valanga di fusa, gli ho dato sia croccantini sia umido, ma sembrava più interessato alle coccole che al cibo.
Nonostante il freddo, sono rimasta con lui per più di mezz'ora, sperando tornasse al sicuro nel giardino dal quale l'avevo visto arrivare.
Alla fine, a malincuore, gli ho messo ancora un po' di cibo umido su una pietra pulita sotto un albero.
E l'ho lasciato là a mangiare, sperando che dopo sarebbe tornato a ripararsi da qualche parte.
Mi auguro di rivederlo domani o di sapere da T. che stasera sarà presente all'ora di cena.
E' uno strazio quotidiano quello al quale ci sottoponiamo per amore dei "nostri" gatti: ma senza di noi, loro non avrebbero neanche questo.
E per quanto difficile ed insopportabile, dobbiamo accettare la nostra impotenza, ricordandoci sempre quanto abbiamo fatto per loro in pochi mesi e quanto poco o nulla avrebbero fatto altri al nostro posto.
Che la Grande Madre ci aiuti e protegga i nostri bimbi pelosi...